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.Davvero, credo che potrei proprio esserle molto utile.»-Il suo tono supplichevole era disarmante ma il mio amico scrollò il capo senza aprir bocca.«La duchessa di Merton è convinta che sia stata la mia matrigna» ripigliò Geraldine, lanciandogli-un'occhiata in tralice.«Ma io, proprio, non lo credo.»«Che cosa ne pensa, lei, della sua matrigna?» domandò allora Poirot.«Come la giudica?»«Be', la conosco appena.Quando mio padre l'ha sposata, io ero in collegio, a Parigi.Quando sonotornata a casa, con me è sempre stata gentile.Voglio dire, credo si accorgesse appena della miapresenza.Io l ho giudicata sempre vuota e venale, ecco.Ma, in fondo, non la credo cattiva.»«E la duchessa di Merton la conosce da molto tempo?»«Oh! Sì.Fin da bambina.È sempre stata molto buona con me.In questa circostanza, poi, s'èmostrata così affettuosa e comprensiva! Senza la sua amicizia non so come avrei potuto sopportare-questo orribile periodo! E anche lui.il duca, è stato molto gentile.»-«Le è simpatico, il duca di Merton?»«È così timido.Non si riesce a cavargli due parole! Ma sua madre mi ha tanto parlato di lui, che misembra di conoscerlo come un fratello.»«E.mi dica, signorina Marsh, lei è molto affezionata a suo cugino, non è vero?»-«A Ronald? Oh, sì! Gli voglio molto bene.Negli ultimi due anni ci siamo visti poco; ma prima, quandoabitava con noi.era tanto caro! Sempre allegro.mi faceva divertire!»Poirot sorrise e annuì col capo; ma poi fece una domanda che giudicai crudele.«Le dispiacerebbemolto se lo condannassero a morte, non è vero?»«Dio mio!» gridò la ragazza coprendosi il volto con le mani.«Che orrore! No, no! Per carità.Oh!Almeno fosse stata lei.la mia matrigna!.Deve essere stata lei.La duchessa dice che deve essere statalei, senza dubbio.»«Ah! Sì!» fece Poirot.«Mah! Peccato che il capitano Marsh, quella sera, non sia rimasto sul taxi.»«Davvero!.Cioè.che voleva dire? Non ho capito bene.»«Se non avesse seguito quell uomo in casa.A proposito., signorina Marsh, non ha sentito proprio-nulla?»«No.Niente.»«Che cosa ha fatto appena entrata in casa?»«Sono salita di corsa in camera mia.a prendere la collana.»«Già.E.ci è rimasta molto?»«Oh! Sì.Parecchi minuti.Non mi riusciva di trovare la chiave dello scrigno.»«Accade sempre così.Quando si ha fretta, non si trova mai nulla.E poi scendendo.ha incontrato-suo cugino nell'atrio?»«Appunto stava venendo dalla parte della biblioteca.»Geraldine inghiottì la saliva con uno sforzo evidente.«Già! E le ha fatto una certa impressione.»«Oh, sì!.Ho avuto uno spavento!.Mi ha detto: "Oh! Dine! L'hai trovata?" E io, che, così nellamezza luce, non l'avevo visto, mi sono spaventata.»«È naturale! Come dicevo, è un vero peccato che non sia rimasto fuori, accanto alla macchina.Così,almeno, l'autista avrebbe potuto testimoniare che non si era mosso di lì, e tutto sarebbe stato a posto.»-Geraldine fece di sì, ripetutamente con la testa, incapace di parlare.Grosse lacrime silenziose le-rigavano le guance pallide.Si alzò lentamente; Poirot le prese la mano.«Lei vuole che io lo salvi, vero?»«Oh! Sì, signor Poirot!» singhiozzò la ragazza torcendosi le mani.«Lei non sa.»-«So, signorina Marsh; so tutto.La vita non è stata facile, per lei.Comprendo.molte cose.Hastings, per favore, vuol chiamare un taxi per la signorina?»-L'accompagnai fino al portone.Mentre l'aiutavo a salire in macchina, mi ringraziò con un sorriso.-Trovai il mio amico che passeggiava su e giù per il salotto, con le mani dietro la schiena e la fronte-corrugata.Aveva l'aria preoccupata e scontenta.Accolsi con gioia lo squillo del telefono che venne adistoglierlo dai pensieri.«Oh! Japp!» fece Poirot.Finalmente dopo alcune esclamazioni, Poirot disse: «Benissimo! E chi si è presentato a ritirarla?»La risposta non dovette soddisfarlo.«Ma è proprio sicuro?» domandò incarcando le sopracciglia.«No, no.Mi scombussola un po' leidee.».«Sì, devo rivedere le mie idee.».«Comment?».«Comunque avevo ragione.Sì, un dettaglio, come lei dice.».«No, sono sempre dello stesso parere.La pregherei di fare ulteriori indagini sui ristoranti nei dintorni-di Regent Gate e Euston, Tottenham Court Road e forse Oxford Street.».«Sì, una donna e un uomo.E anche nei paraggi dello Strand, poco prima di mezzanotte.Comment?».«Ma sì, lo so che il capitano Marsh era con i Dortheimers, ma non c'è solo il capitano Marsh, almondo.».«Non è gentile a dirmi questo.Tout de même, mi faccia questo favore!».E riappese il ricevitore.«E così?» domandai impaziente.«E così.Non so cosa dirle.La scatolina viene, effettivamente, da Parigi.È stata ordinata per lettera auno dei primi gioiellieri di Rue de la Paix, da una certa lady Costance Ackerley, la quale, naturalmente,non è mai esistita.Il nome è stato inventato per giustificare le iniziali C.A.Il gioielliere ricevette-l'ordinazione due giorni prima del delitto, con la preghiera di eseguirla immediatamente.Una persona di-fiducia, incaricata di lady Ackerley, sarebbe andata a ritirarla il giorno dopo.Giusto in tempo.»«E si è presentata?»«Puntualmente; e ha pagato in contanti.»«E chi era?.» domandai ansioso, sentendo che ci stavamo avvicinando alla soluzione.-«Era una donna, Hastings.Una donnetta anziana, insignificante; che portava il pince-nez.»Restammo a guardarci, senza sapere più che dire.XXVUn invito a pranzoIl giorno dopo andammo al pranzo dei Widburn al Claridge.Né io né Poirot eravamo particolarmente entusiasti del fatto.Si trattava, più o meno, del sesto invitoche avevamo ricevuto.La signora Widburn era una donna ostinata e amava le celebrità.Più volte-avevamo declinato l'invito, ma ora non ci era stato possibile rifiutare.Poirot, da quando aveva ricevuto quelle notizie da Parigi, era molto taciturno.Alle mie domanderispondeva invariabilmente: «C'è qualcosa che non riesco a capire».E poi mormorava: «Pince-nez.Pince-nez a Parigi.Pince-nez nella borsetta di Carlotta Adams».Ero quasi contento di quell invito perché pensavo che per lo meno sarebbe servito a distrarlo un po.-Appena arrivati incontrammo Donald Ross che ci salutò calorosamente.C'erano più uomini che-donne e me lo trovai vicino a tavola.Jane Wilkinson sedeva proprio di fronte a noi e accanto a lei, tra lei e la signora Widburn, sedeva ilgiovane duca di Merton.Avevo l impressione, solo l impressione, che il duca fosse a disagio [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]
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.Davvero, credo che potrei proprio esserle molto utile.»-Il suo tono supplichevole era disarmante ma il mio amico scrollò il capo senza aprir bocca.«La duchessa di Merton è convinta che sia stata la mia matrigna» ripigliò Geraldine, lanciandogli-un'occhiata in tralice.«Ma io, proprio, non lo credo.»«Che cosa ne pensa, lei, della sua matrigna?» domandò allora Poirot.«Come la giudica?»«Be', la conosco appena.Quando mio padre l'ha sposata, io ero in collegio, a Parigi.Quando sonotornata a casa, con me è sempre stata gentile.Voglio dire, credo si accorgesse appena della miapresenza.Io l ho giudicata sempre vuota e venale, ecco.Ma, in fondo, non la credo cattiva.»«E la duchessa di Merton la conosce da molto tempo?»«Oh! Sì.Fin da bambina.È sempre stata molto buona con me.In questa circostanza, poi, s'èmostrata così affettuosa e comprensiva! Senza la sua amicizia non so come avrei potuto sopportare-questo orribile periodo! E anche lui.il duca, è stato molto gentile.»-«Le è simpatico, il duca di Merton?»«È così timido.Non si riesce a cavargli due parole! Ma sua madre mi ha tanto parlato di lui, che misembra di conoscerlo come un fratello.»«E.mi dica, signorina Marsh, lei è molto affezionata a suo cugino, non è vero?»-«A Ronald? Oh, sì! Gli voglio molto bene.Negli ultimi due anni ci siamo visti poco; ma prima, quandoabitava con noi.era tanto caro! Sempre allegro.mi faceva divertire!»Poirot sorrise e annuì col capo; ma poi fece una domanda che giudicai crudele.«Le dispiacerebbemolto se lo condannassero a morte, non è vero?»«Dio mio!» gridò la ragazza coprendosi il volto con le mani.«Che orrore! No, no! Per carità.Oh!Almeno fosse stata lei.la mia matrigna!.Deve essere stata lei.La duchessa dice che deve essere statalei, senza dubbio.»«Ah! Sì!» fece Poirot.«Mah! Peccato che il capitano Marsh, quella sera, non sia rimasto sul taxi.»«Davvero!.Cioè.che voleva dire? Non ho capito bene.»«Se non avesse seguito quell uomo in casa.A proposito., signorina Marsh, non ha sentito proprio-nulla?»«No.Niente.»«Che cosa ha fatto appena entrata in casa?»«Sono salita di corsa in camera mia.a prendere la collana.»«Già.E.ci è rimasta molto?»«Oh! Sì.Parecchi minuti.Non mi riusciva di trovare la chiave dello scrigno.»«Accade sempre così.Quando si ha fretta, non si trova mai nulla.E poi scendendo.ha incontrato-suo cugino nell'atrio?»«Appunto stava venendo dalla parte della biblioteca.»Geraldine inghiottì la saliva con uno sforzo evidente.«Già! E le ha fatto una certa impressione.»«Oh, sì!.Ho avuto uno spavento!.Mi ha detto: "Oh! Dine! L'hai trovata?" E io, che, così nellamezza luce, non l'avevo visto, mi sono spaventata.»«È naturale! Come dicevo, è un vero peccato che non sia rimasto fuori, accanto alla macchina.Così,almeno, l'autista avrebbe potuto testimoniare che non si era mosso di lì, e tutto sarebbe stato a posto.»-Geraldine fece di sì, ripetutamente con la testa, incapace di parlare.Grosse lacrime silenziose le-rigavano le guance pallide.Si alzò lentamente; Poirot le prese la mano.«Lei vuole che io lo salvi, vero?»«Oh! Sì, signor Poirot!» singhiozzò la ragazza torcendosi le mani.«Lei non sa.»-«So, signorina Marsh; so tutto.La vita non è stata facile, per lei.Comprendo.molte cose.Hastings, per favore, vuol chiamare un taxi per la signorina?»-L'accompagnai fino al portone.Mentre l'aiutavo a salire in macchina, mi ringraziò con un sorriso.-Trovai il mio amico che passeggiava su e giù per il salotto, con le mani dietro la schiena e la fronte-corrugata.Aveva l'aria preoccupata e scontenta.Accolsi con gioia lo squillo del telefono che venne adistoglierlo dai pensieri.«Oh! Japp!» fece Poirot.Finalmente dopo alcune esclamazioni, Poirot disse: «Benissimo! E chi si è presentato a ritirarla?»La risposta non dovette soddisfarlo.«Ma è proprio sicuro?» domandò incarcando le sopracciglia.«No, no.Mi scombussola un po' leidee.».«Sì, devo rivedere le mie idee.».«Comment?».«Comunque avevo ragione.Sì, un dettaglio, come lei dice.».«No, sono sempre dello stesso parere.La pregherei di fare ulteriori indagini sui ristoranti nei dintorni-di Regent Gate e Euston, Tottenham Court Road e forse Oxford Street.».«Sì, una donna e un uomo.E anche nei paraggi dello Strand, poco prima di mezzanotte.Comment?».«Ma sì, lo so che il capitano Marsh era con i Dortheimers, ma non c'è solo il capitano Marsh, almondo.».«Non è gentile a dirmi questo.Tout de même, mi faccia questo favore!».E riappese il ricevitore.«E così?» domandai impaziente.«E così.Non so cosa dirle.La scatolina viene, effettivamente, da Parigi.È stata ordinata per lettera auno dei primi gioiellieri di Rue de la Paix, da una certa lady Costance Ackerley, la quale, naturalmente,non è mai esistita.Il nome è stato inventato per giustificare le iniziali C.A.Il gioielliere ricevette-l'ordinazione due giorni prima del delitto, con la preghiera di eseguirla immediatamente.Una persona di-fiducia, incaricata di lady Ackerley, sarebbe andata a ritirarla il giorno dopo.Giusto in tempo.»«E si è presentata?»«Puntualmente; e ha pagato in contanti.»«E chi era?.» domandai ansioso, sentendo che ci stavamo avvicinando alla soluzione.-«Era una donna, Hastings.Una donnetta anziana, insignificante; che portava il pince-nez.»Restammo a guardarci, senza sapere più che dire.XXVUn invito a pranzoIl giorno dopo andammo al pranzo dei Widburn al Claridge.Né io né Poirot eravamo particolarmente entusiasti del fatto.Si trattava, più o meno, del sesto invitoche avevamo ricevuto.La signora Widburn era una donna ostinata e amava le celebrità.Più volte-avevamo declinato l'invito, ma ora non ci era stato possibile rifiutare.Poirot, da quando aveva ricevuto quelle notizie da Parigi, era molto taciturno.Alle mie domanderispondeva invariabilmente: «C'è qualcosa che non riesco a capire».E poi mormorava: «Pince-nez.Pince-nez a Parigi.Pince-nez nella borsetta di Carlotta Adams».Ero quasi contento di quell invito perché pensavo che per lo meno sarebbe servito a distrarlo un po.-Appena arrivati incontrammo Donald Ross che ci salutò calorosamente.C'erano più uomini che-donne e me lo trovai vicino a tavola.Jane Wilkinson sedeva proprio di fronte a noi e accanto a lei, tra lei e la signora Widburn, sedeva ilgiovane duca di Merton.Avevo l impressione, solo l impressione, che il duca fosse a disagio [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]